Antaiji (安泰寺) è un monastero Zen dedicato alla pratica dello zazen, inizialmente fondato nel 1923 da Oka Sōtan come sede di una scuola/monastero dove fosse possibile studiare lo Shōbōgenzō, attività pressoché inesistente in quel periodo in Giappone. Per quanto, formalmente, appartenga alla scuola buddista Sōtō Zen l'intenzione ideale del luogo è di vivere "il fatto religioso" secondo la modalità tradizionalmente detta "zen", al di fuori di scuole o marchi caratteristici. Durante la seconda guerra mondiale Antaiji rimase disabitato fino al 1949, quando Sawaki Kōdō e Uchiyama Kōshō, discepoli della Via di Buddha, si trasferirono nel monastero e ne fecero un luogo dedicato alla pura e semplice pratica di sedersi in zazen. Situato fino al 1975 nella periferia di Kyoto, fu trasferito da Watanabe Kōhō, successore di Uchiyama Kōshō, nel luogo dove si trova oggi, a nord della prefettura di Hyōgo, sulle montagne nei pressi della cittadina di Hamasaka. Fu l'abate Watanabe a delineare la forma di vita che conserva tuttora. Antaiji si trova vicino a un parco nazionale, non lontano dalla costa del Mar del Giappone e occupa una superficie di circa 50 ettari, fra le montagne. Il successore di Watanabe, l'ottavo abate Miyaura Shinyu, ha protetto la pace e l'armonia di sedersi in zazen, mantenendo l'ideale di indipendenza e autosufficienza nella pratica quotidiana sino al febbraio del 2002 quando morì in un incidente. Muhō Nölke, suo discepolo, monaco tedesco, è l'attuale abate. L'importanza di questo monastero e della sua storia sono inversamente proporzionali alla sua fama tra il grande pubblico: Antaiji è noto quasi unicamente tra coloro che praticano lo zazen inteso nel modo in cui Eihei Dōgen lo trasmise: la pratica del risveglio. Non una tecnica quindi, ovvero uno strumento per ottenere qualche cosa, ma il risveglio (bodhi[1]), vissuto con questo corpo, con questa (non) mente. |